La produzione di Ernesto Notarantonio (vive e lavora a Roma) si concretizza in una pittura gestuale, basata sulla continua sperimentazione di cromie, materiali, formati che si alternano dando spazio alla casualità.
Notarantonio esplora la gamma di colori direttamente sulla tela con l’intento di creare combinazioni tonali inedite, facilitato in questo dall’esperienza nell’ambito della grafica e dell’illustrazione. È da queste discipline che nasce il suo interesse per il segno, considerato come carattere tipografico minimo utilizzato per comporre la parola pittorica.
Le sue opere oltrepassano i limiti convenzionali della pittura per entrare in dialogo con la fotografia e la scultura tramite tecniche come la sovrapittura, l’interpolazione, e il décollage. L’impiego di colori acrilici si fonde con l’utilizzo di materiali come la foglia d’oro, adesivi, pennarelli, polaroid in composizioni che manifestano una sensibilità per le forme architettoniche moderne e la scultura classica.
Notarantonio abbraccia l’errore come momento essenziale della sua pratica, ponendosi nella condizione di progettare e integrare l’imperfezione nei propri lavori e alternando fasi riflessive a improvvise e vigorose fasi di stesura di colore, permettendo così alle opere di prendere forma in modo intuitivo.
I lavori sono spesso concepiti come partiture in serie o cicli, in cui ricorre la nozione di evoluzione intesa come mutazione della forma, del gesto e del tempo compositivo.
Notarantonio ha presentato recentemente una selezione dei suoi lavori in occasione delle mostre 100 Artisti a Palazzo Fani (2024), Palazzo Fani, Tuscania; 100 Artisti in Villa (2024), Villa Contarini, Piazzola sul Brenta; LA FORMA DEL COLORE (2023), A. 2C. Gallery, Terni.